Gestire i rifiuti di un’azienda non significa solo smaltirli nel modo corretto, ma anche confezionarli adeguatamente per garantire la sicurezza, evitare problemi ambientali e rispettare la normativa vigente. Un errore in questa fase potrebbe comportare rischi per la salute, oltre che danni ambientali, rendendo quindi fondamentale conoscere le linee guida per un confezionamento corretto.
Il produttore di rifiuti ha una responsabilità diretta nel garantire che ogni fase del processo rispetti gli standard di sicurezza e le normative ambientali. In caso di violazioni, l'azienda può essere soggetta a sanzioni e danni reputazionali significativi.
Perché il confezionamento dei rifiuti è così importante?
Immagina di dover conservare una sostanza chimica senza il giusto contenitore: il rischio di fuoriuscite o di reazioni chimiche indesiderate sarebbe altissimo. Lo stesso vale per i rifiuti. Confezionarli nel modo corretto significa:
- Evitare il rischio di miscelazioni.
- Prevenire emissioni di sostanze tossiche o nocive.
- Garantire uno stoccaggio sicuro in attesa di operazioni di recupero o smaltimento.
- Rispettare la legge ed evitare sanzioni.
Come scegliere il contenitore giusto?
Esistono diverse tipologie di contenitori per i rifiuti aziendali, e la scelta dipende dal tipo di rifiuto e dal suo stato fisico. I contenitori devono essere:
- Integri e resistenti, per evitare fuoriuscite e contaminazioni.
- Adatti allo stato fisico del rifiuto, che sia solido, liquido o fangoso.
- Omologati, se si tratta di rifiuti pericolosi.
Ad esempio, per i rifiuti pericolosi si utilizzano contenitori specifici omologati ONU come ad esempio i big bag, i fusti in metallo o PVC e le cisterne da 1000 litri. Se il rifiuto è liquido, i fusti e le cisterne sono la soluzione più adatta.
L’importanza dell’etichettatura
Oltre a essere confezionati correttamente, i rifiuti devono essere sempre etichettati in modo chiaro e leggibile. L’etichetta deve riportare:
- La descrizione del rifiuto.
- Il codice CER.
- Lo stato fisico del rifiuto.
- L’eventuale classe di pericolosità (indicata con la sigla “HP” seguita da un numero, oppure “nessuna” se il rifiuto non è pericoloso).
- La caratterizzazione del rifiuto.
Se il rifiuto è pericoloso, oltre all'etichetta standard è necessario apporre un marchio inamovibile con la lettera “R” nera su fondo giallo (dimensioni 10 cm x 8 cm con uno spessore del segno di 1,5 cm). Questa etichetta deve essere resistente agli agenti atmosferici e facilmente individuabile.
Confezionamento e normativa
Le normative sul confezionamento dei rifiuti prevedono obblighi differenti per rifiuti pericolosi e non pericolosi. Per i rifiuti pericolosi, il confezionamento è obbligatorio già nel luogo di produzione, mentre per i rifiuti non pericolosi è raccomandato per agevolare il trasporto e lo stoccaggio.
I contenitori devono essere integri e privi di:
- Sgocciolamenti o fuoriuscite.
- Emissioni di fumi, vapori o odori intensi.
- Rigonfiamenti o ammaccature.
Conclusione
Un corretto confezionamento dei rifiuti non è solo una questione di conformità normativa, ma un passo fondamentale per garantire la sicurezza in azienda e contribuire alla protezione dell’ambiente. Seguendo queste linee guida, potrai gestire i rifiuti in modo responsabile ed efficiente.