Per end of waste si intende quel processo di recupero dei rifiuti che li trasforma in materie prime seconde. Il termine tradotto in italiano con “cessazione della qualifica di rifiuto” rappresenta difatti quell'insieme di processi che permette allo scarto di ottenere la qualifica di nuova materia prima seconda. Si tratta pertanto dell'insieme delle pratiche coinvolte in tale processo di recupero e non il risultato finale. È uno strumento di management a livello di sostenibilità ambientale ed economia circolare, in quanto, con la relativa normativa a supporto, permette agli operatori di sfruttare le qualità residue della materia di scarto.
End of Waste e Materia Prima Seconda: distinzione
Il concetto di End of Waste (EoW) si riferisce alla cessazione della qualifica di rifiuto, che avviene quando un rifiuto viene sottoposto a un'operazione di recupero, incluso il riciclaggio, e soddisfa criteri specifici stabiliti dalla normativa. In altre parole, un rifiuto cessa di essere tale dopo essere stato sottoposto a un processo di recupero, andando a soddisfare determinati requisiti. La Materia PrimaSeconda (MPS), invece, è il risultato del processo di recupero del rifiuto in questione. Come anticipato, per essere qualificata come MPS, la materia deve soddisfare criteri specifici, che ne garantiscono la conformità come materia prima riutilizzabile. Prima dell’introduzione dell’articolo 184-ter della Legge 128/2019, in aggiornamento al D.lgs. 3 aprile 2006 n. 152, la "cessazione della qualifica di rifiuto" era identificata nella categoria delle Materie Prime Seconde (MPS), come previsto dal decreto n.22 del 1997(Decreto Ronchi). Questa normativa regolamentava il passaggio dei rifiuti a risorse riutilizzabili, ma non distingueva chiaramente tra End of Waste e MPS.
Con l’emanazione dell’articolo 184-ter, l’EoW ha acquisito una propria identità normativa e una chiara definizione: "Un rifiuto cessa di essere tale, quando è stato sottoposto ad un’operazione di recupero, incluso il riciclaggio, e soddisfi i criteri specifici, da adottare nel rispetto di specifiche condizioni."
Questa evoluzione normativa ha permesso di distinguere chiaramente tra il processo di trasformazione del rifiuto (EoW) e il prodotto finale del recupero (MPS).
Normativa
Per quanto riguarda la normativa ambientale, la fonte di riferimento è l'Unione Europea, la quale fornisce linee guida contenenti concetti fondamentali che ogni paese deve elaborare in maniera specifica. Per quanto riguarda la materia End of Waste, a livello europeo si fa riferimento all'articolo 6 della direttiva 2008/98/CE. In Italia, l'articolo specifico è l'art. 184-ter del D. Lgs. n. 152/2006, noto anche come Testo Unico Ambientale (TUA). Questo documento definisce le circostanze che determinano la cessazione della qualifica di rifiuto attraverso quattro fondamentali criteri:
- La sostanza deve essere sottoposta a un processo di recupero, come ad esempio il processo di riciclaggio.
- La sostanza o l'oggetto sono indirizzati a uno scopo specifico
- La sostanza presenta i requisiti tecnici per lo scopo specifico e rispetto agli standard applicabili.
- L'utilizzo della materia non arrecherà danni negativi all'ambiente o all'uomo
Nel corso del tempo la normativa si è evoluta integrando decreti a livello nazionale e nuove direttive da parte dell'unione europea.
Evoluzione Normativa sulla Gestione dei Rifiuti in Italia
1. 1997 - Decreto Ronchi
Il Decreto Ronchi, emanato nel 1997, è stato il testo di riferimento per la gestione dei rifiuti in Italia. Al suo interno non era presente nessun riferimento all'End of Waste (EoW) e alla sua gestione.
2. 2006 - Testo Unico Ambientale (Decreto Legislativo n.152)
Nel 2006, viene pubblicato il Testo Unico Ambientale tramite il Decreto Legislativo n.152. In questo testo non vi è distinzione tra EoW e Materia Prima Seconda (MPS). La cessazione della qualifica di rifiuto viene quindi inserita nella parte di gestione dedicata alle MPS.
3. 2008 - Direttiva2008/98/CE (Quadro in materia di rifiuti)
Nel 2008, la Direttiva 2008/98/CE, conosciuta come Quadro in materia di rifiuti, dà priorità alla prevenzione al rifiuto. Introduce anche la preparazione al riutilizzo, contesto in cui si inserisce il processo di trasformazione del rifiuto.
4. 2010 - Recepimento della normativa europea (Decreto Legislativo n.205)
Nel 2010, l’Italia recepisce la normativa europea del 2008 ed emana il Decreto Legislativo del 3 dicembre 2010 n. 205, che integra il D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, il testo legislativo di riferimento in Italia. L'integrazione avviene tramite l'inserimento dell'articolo 184-ter, denominato “Cessazione della qualifica di rifiuto”.
5. 2019 - Modifiche alla legge 128/2019
Nel 2019, vengono introdotte importanti modifiche riguardanti l'End of Waste all'interno della legge 128/2019. Queste nuove norme rappresentano un passo avanti nella regolamentazione del settore e forniscono maggiore chiarezza sulle responsabilità delle autorità competenti. Secondo tali integrazioni, le autorità competenti sono incaricate di rilasciare le autorizzazioni e devono trasmettere all'ISPRA i provvedimenti relativi all'autorizzazione entro dieci giorni dalla notifica dell’impianto. Queste disposizioni mirano a garantire una gestione più efficiente e trasparente dei rifiuti, promuovendo un’adeguata sorveglianza da parte delle autorità competenti.
Categorie EoW
Nonostante l'elenco sia in continuo aggiornamento, cinque sono le principali categorie quando si tratta di End of Waste: carta e cartone, edilizia, plastica, biometano e compost.
Carta e cartone
Grazie all'approvazione del decreto End of Waste nel 2020, sono entrati in vigore i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto per la carta e il cartone, compresi i poliaccoppiati provenienti dalla raccolta differenziata di rifiuti urbani e speciali. I produttori di carta e cartone sono obbligati ad applicare un sistema di gestione della qualità dei materiali recuperati secondo la norma UNI EN ISO 9001, certificando che questi materiali possano essere utilizzati nell'industria cartaria e in altre industrie come materia prima.
Plastica
In Italia, è in vigore il decreto Clini del 2013 per il recupero energetico delle plastiche, con regole rigorose per il trattamento di tali rifiuti, mentre a livello europeo sono in corso lavori per definire criteri specifici. Secondo il comunicato dell’UE del 5 aprile 2022, i criteri riguardano diverse categorie di rifiuti plastici, inclusi PET, HDPE, LDPE, rifiuti plastici misti, polistirolo e polipropilene recuperato da rifiuti plastici.
Biometano
Il processo di recupero del biometano e degli idrocarburi derivanti dal settore dei trasporti è regolamentato dal DM del 2018, che elenca le caratteristiche che una sostanza deve possedere. L'obiettivo è ampliare la lista degli scarti considerati End of Waste, promuovendo nuovi investimenti in impianti per la produzione di carburante verde da rifiuti organici e fanghi di depurazione.
Edilizia
Nel 2002, il Consiglio di Stato ha approvato lo schema di regolamento per la cessazione della qualifica di rifiuto dei materiali edilizi, stabilendo due aspetti di primaria importanza per il Ministero della Transizione Ecologica:
- La fase di selezione dei rifiuti in ingresso, con particolare attenzione agli inerti, materiali che non subiscono trasformazioni fisiche, chimiche o biologiche significative e che possono essere abbandonati o prodotti da eventi come terremoti e alluvioni.
- La fase di controllo sull'aggregato prodotto una volta recuperato il rifiuto, durante la quale vengono verificate la presenza di sostanze come benzene, toluene, etilbenzene, xilene, amianto, cloruri e solfati.
Queste categorie rappresentano settori chiave in cui l'implementazione dell'End ofWaste contribuisce alla promozione della sostenibilità ambientale e alla circolarità dell'economia.
Conclusioni
In conclusione, l'implementazione dell'End of Waste rappresenta un passo significativo verso la promozione di pratiche sostenibili e l'economia circolare. Le diverse categorie di materiali, come carta e cartone, plastica, biometano e materiali edilizi, evidenziano l'impegno verso la trasformazione dei rifiuti in risorse riutilizzabili. Grazie a normative precise e criteri rigorosi, l'End of Waste non solo favorisce il recupero efficiente delle materie prime secondarie, ma contribuisce anche alla riduzione dell'impatto ambientale e alla creazione di nuove opportunità economiche nel settore del riciclo e del recupero energetico. Continuare a sviluppare e migliorare questi processi è fondamentale per garantire un futuro più sostenibile per le generazioni future.