Si parla tanto della Quarta Rivoluzione Industriale ultimamente.
Molti la chiamano Industria 4.0, e si dice che cambierà radicalmente il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci relazioniamo gli uni con gli altri. Nella sua scala, portata e complessità, la trasformazione sarà diversa da qualsiasi altra cosa abbia mai vissuto l’umanità.
Si dice tutto questo, e probabilmente è proprio così.
Innanzitutto, se per qualcuno non è chiaro, quando si parla di Industria 4.0 si parla della convergenza delle tecnologie attuali nei processi produttivi e industriali.
Per rendere più chiaro il concetto, facciamo una breve lezione di storia:
La Prima Rivoluzione industriale riguardava la meccanizzazione attraverso macchine mosse da acqua e vapore.
Poi è arrivata la Seconda Rivoluzione Industriale, ovvero la produzione di massa tramite catena di montaggio, il tutto alimentato ad energia elettrica.
Ed ecco che, dopo un po’, arriva la Terza Rivoluzione Industriale, che abbiamo tutti vissuto: informatizzazione, internet ed automazione.
Ed ora, a distanza di neppure 20 anni, ecco la Quarta Rivoluzione con l’introduzione nei processi aziendali di sistemi cibernetici avanzati.
In pratica assisteremo ad un completo rinnovamento dei processi produttivi aziendali tramite tecnologie robotiche, Internet Of Things, sensori avanzati, blockchain, Intelligenza Artificiale. Ovvero, fabbriche “pensanti”, in grado di adattarsi alle diverse situazioni, in grado operare delle scelte, in grado di auto-organizzarsi.
Il settore della gestione dei rifiuti naturalmente non potrà costituire un’eccezione nel processo evolutivo ed è per questo che DIFE fa della ricerca e sviluppo una componente fondamentale del lavoro quotidiano.
La visione del futuro è preziosa, e ci guida ad ogni passo.
Ogni nuova tecnologia che possa contribuire a rendere il nostro lavoro più efficace – e che quindi rappresenti un vantaggio per il territorio in cui operiamo – deve essere considerata ed adottata.
Nel settore della gestione dei rifiuti il supporto delle nuove tecnologie è fondamentale. In proposito, la blockchain rappresenta il futuro nell’ambito della tracciabilità, della responsabilità del produttore e della gestione dei rapporti tra i vari attori della filiera. Con un sistema basato su blockchain grazie ad un QR code stampato su ciascun contenitore, sarà possibile monitorare il percorso del lotto di rifiuti prodotto. A quel punto, nel caso in cui non seguisse il percorso corretto fino al centro di raccolta preposto al riciclo o allo stoccaggio dei rifiuti e finisse disperso nell’ambiente, dal QR code si potrebbe risalire al responsabile dell’abbandono.
Le tecnologie robotiche offrono inoltre soluzioni inimmaginabili per la separazione dei rifiuti misti anche se, in questo settore, il lavoro umano continua ad essere prezioso ed imprescindibile.
Tuttavia la tecnologia offre ogni giorno nuovi strumenti di supporto al lavoro dei singoli operatori a garanzia del rispetto delle procedure di sicurezza, incrementando l’efficacia degli stabilimenti in termini di recupero e di efficienza produttiva. Il lavoro umano, da queste nuove modalità operative, ne esce nobilitato e protetto nel suo svolgimento.
Inoltre tutte le tecnologie connesse che vanno sotto il nome di Internet of Things possono incrementare la manutenzione preventiva, prolungare i cicli di vita e, in ambito industriale, creare reti di sensori che in fase di test rispondono alle circostanze.
Sebbene ogni nuova rivoluzione industriale abbia portato ad un cambiamento della tipologia degli scarti di produzione e ad un incremento di utilizzo delle risorse e dei consumi – con conseguente aumento dei tassi di produzione dei rifiuti industriali e non – l’eventuale incremento andrà di pari passo con l’auspicato aumento delle percentuali di recupero sia dei rifiuti urbani, che di quelli industriali e della maggiore consapevolezza su questi temi.