Si chiama “Dife Duemilaventuno” ed è una campagna nata per raccontare esempi eccellenti di sostenibilità ambientale, o meglio sfide.
La storia che vi raccontiamo oggi è quella di Eurovetro Recycling, azienda impegnata nel settore della raccolta e trasformazione di materiali vetrosi che contribuisce in maniera sostanziale al riciclo del vetro in Italia e in Europa.
Abbiamo parlato con Riccardo Galli – Research And Development Manager presso l’azienda di Origgio (VA) – che ci ha raccontato più nello specifico in cosa consiste la loro attività e, soprattutto, come una visione aziendale che valorizzi le nuove tecnologie, il talento e l'innovazione nei processi industriali è fondamentale per affrontare la loro sfida di sostenibilità per il 2021.
Come nasce Eurovetro?
La nostra storia nasce 70 anni fa da una grande passione per il recupero. Non si chiamava ancora riciclo, non c’erano basi legali di tutela ed incentivazione di questo lavoro né tantomeno il termine green economy era stato coniato.
La raccolta occasionale di bottiglie è diventata raccolta e rivendita di vetro, che poi è diventata attività stabile basata a Cesate, in provincia di Milano. Il trasferimento al sito produttivo attuale risale invece al 1986, quando ormai l’attività occupava troppi mezzi, aree e persone per essere gestita lontano da sbocchi autostradali e troppo vicino ad un centro abitato.
Esattamente, in cosa consiste il vostro lavoro?
Il nostro lavoro è semplice da spiegare, complicato da realizzare: raccogliamo e trasformiamo tutto il vetro che viene buttato per creare materie prime che, una volta fuse dai nostri clienti, diventano nuove bottiglie. Il nostro prodotto ha la forma di un granulato che è controllato in serie molte volte da selettori ottici, che analizzano diversi milioni di pezzi al minuto, per garantire la massima qualità.
Perché il riciclo del vetro è così importante?
Il vetro riciclato ha tre principali benefici per il mondo: il primo è di evitare l’estrazione di nuove materie prime dal suolo, essendo riciclabile infinite volte, il secondo è che la sua fusione richiede una temperatura più bassa rispetto alle materie prime naturali, permettendo un risparmio di energia e di milioni di tonnellate di CO2 all’anno, il terzo e più ovvio è l’eliminazione dei rifiuti che produciamo. Queste sono le ragioni che hanno permesso al settore di svilupparsi, ancora prima che fossero possibili processi industriali controllati ed articolati come quelli che abbiamo oggi nei nostri impianti.
Qual è la vostra sfida di sostenibilità per il duemilaventuno?
L’obiettivo che ci siamo dati è di contribuire in maniera determinante al raggiungimento del 90% di tasso di Riciclo del Vetro in Europa. Per questo Eurovetro continua ad investire in tecnologia, talento e processi: solo dal 2013 sono stati realizzati due nuovi impianti che hanno di fatto raddoppiato la nostra capacità produttiva permettendoci di riciclare circa il 15% del vetro in Italia. Se vogliamo raggiungere questo obiettivo nulla può essere lasciato al caso e la collaborazione con partner come DIFE ci permette di minimizzare il nostro impatto sull’ambiente, facilitando la nostra operatività per fare in modo che nessuna bottiglia, o vetro in qualsiasi altra forma, sia lasciata indietro.