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La fotografia dei rifiuti speciali in Italia: luci ed ombre

La produzione di rifiuti speciali in Italia si attesta nel 2020 a 147 milioni di tonnellate. Di questi poco più di 137 milioni di tonnellate sono rifiuti non pericolosi e quasi 10 milioni di tonnellate rifiuti pericolosi.

di
Redazione
6 aprile 2023

La produzione di rifiuti speciali in Italia si attesta nel 2020 – ultimi dati disponibili secondo il Rapporto Rifiuti speciali dell’ISPRA 2022– a 147 milioni di tonnellate mostrando, rispetto al 2019, un calo del 4,5%, dovuto essenzialmente alla chiusura e alla riduzione della produzione industriale data dalla pandemia. Di questi poco più di 137 milioni di tonnellate sono rifiuti non pericolosi e quasi 10 milioni di tonnellate rifiuti pericolosi.

Il maggior contributo alla produzione complessiva dei rifiuti speciali è dato dal settore delle costruzioni e demolizioni (45,1%),seguito dalle attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale(26,3%) e da quelle manifatturiere (18,2%). Tutte le altre attività economiche contribuiscono, complessivamente, alla produzione di rifiuti speciali con una percentuale pari al 10,5%.

La produzione dei rifiuti speciali è concentrata al nord Italia, dove il tessuto industriale è più sviluppato, con 83,7 milioni di tonnellate (56,9% del dato complessivo nazionale), mentre al Centro si attesta a 24,7 milioni di tonnellate (16,8% del totale), e al Sud a quasi 38,6 milioni di tonnellate (26,2%). Tra le regioni del Centro, i maggiori valori di produzione si riscontrano in Toscana con 9,5 milioni di tonnellate(38,5% della produzione del centro Italia) e nel Lazio (9,1 milioni di tonnellate, 36,8%).

Un dato importante, che evidenzia come anche per i rifiuti speciali vi sia una particolare attenzione al tema della circolarità, è relativo ai rifiuti sottoposti a forme di recupero, che risultano essere pari all’82,1% del totale gestito, mentre il restante (meno del 20%)sono quelli direttamente avviati a operazioni di smaltimento.

Questi dati confermano un’eccellenza del nostro Paese nel riciclo dei rifiuti speciali a livello europeo, confermando l’Italia al secondo posto dopo la Francia.

Un secondo studio pubblicato da FISE Assoambiente evidenzia però un gap impiantistico che costringe il nostro Paese a esportare oltre 4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, con una perdita di valore per l’economia nazionale stimata in circa un miliardo di euro all’anno.

Anche se questa quantità può sembrare minima per rapporto al totale dei rifiuti prodotti, nel documento di Assoambiente ci si proietta nel futuro dove, in funzione della crescita industriale prevista e all’esaurimento di molte discariche nei prossimi anni, si evidenzia un gap impiantistico pari al trattamento di 34 milioni di tonnellate per il prossimo quinquennio. L’allarme lanciato è concreto e realistico, dal momento che i nuovi impianti necessitano di tempo per essere progettati, autorizzati e realizzati.

Assoambiente precisa nel rapporto che i nuovi impianti andrebbero ben pianificati e distribuiti su tutto il territorio nazionale e dovrebbero essere pensati a servizio dei diversi distretti industriali, con benefici complessivi positivi per l’economia nazionale e l’ambiente.


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