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Aggiornamenti normativi

Integrazioni al Piano d’azione per l’economia circolare della Commissione Europea

Nel marzo del 2020 la Commissione Europea ha definito un primo pacchetto di misure per accelerare la transizione verso un'economia circolare. Il Piano di azione per l’economia circolare prevede che la circolarità e la sostenibilità debbano essere integrate in tutte le fasi della catena di produzione, dalla progettazione alla produzione, fino al consumatore.

di
Redazione
2 maggio 2023

Nel marzo del 2020 la Commissione Europea ha definito un primo pacchetto di misure per accelerare la transizione verso un'economia circolare, e ha inviato al Parlamento Europeo una comunicazione riguardante il Piano d’azione per sottoporlo all’attenzione degli Eurodeputati. Il documento parte dal presupposto che, con gli attuali ritmi di crescita e senza misure adeguate, al 2050 la situazione sarà molto difficile: infatti, secondo gli studi della Commissione, nei prossimi 30 anni il consumo complessivo dei materiali come la biomassa, i combustibili fossili, i metalli e i minerali raddoppierà e la produzione annuale di rifiuti aumenterà del 70%.

Il Piano di azione per l’economia circolare prevede che la circolarità e la sostenibilità debbano essere integrate in tutte le fasi della catena di produzione, dalla progettazione alla produzione, fino al consumatore. Nel documento vengono definite sette aree: plastica, tessile, rifiuti elettronici, cibo e acqua, imballaggi, batterie e veicoli, edifici e costruzioni.

Nel 2021 i deputati europei, sulla base del Piano proposto dalla Commissione, hanno approvato con 574 voti favorevoli e 22 contrari una serie di raccomandazioni per definire degli obiettivi vincolanti al 2030 sull'impronta ecologica dei materiali e dei consumi per l'intero ciclo di vita per ogni categoria di prodotto immessa sul mercato. Nel testo, si invita pertanto la Commissione a proporre obiettivi vincolanti specifici per prodotto e/o per settore industriale relativi al contenuto riciclato.

Gli eurodeputati hanno chiesto inoltre una strategia globale dell'Unione Europea per le materie prime essenziali - le cosiddette materie prime critiche[1]- che deve essere basata sull’approvvigionamento sostenibile, elevati standard ambientali, sociali e in materia di diritti umani. In particolare, il Parlamento ha valutato l’importanza di ridurre la dipendenza per questa tipologia di materie da alcuni Paesi al di fuori dell’Unione, adottando politiche per promuoverne il riciclaggio e il recupero.

Infine il Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione di integrare la legislazione esistente con nuove norme che estendano l’ambito di applicazione della Direttiva sulla progettazione ecocompatibile - Direttiva2009/125/CE - a tutti i prodotti non connessi all’energia. In questo modo si dovrebbero definire delle regole per far sì che i prodotti immessi sul mercato forniscano prestazioni, durabilità, riutilizzabilità, riparabilità, non tossicità, possibilità di miglioramento, riciclabilità, contenuto riciclato ed efficienza dal punto di vista energetico.


[1]https://www.mise.gov.it/index.php/it/impresa/competitivita-e-nuove-imprese/materie-prime-critiche/materie-prime-critiche

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