Siccità, inondazioni, nubifragi ed estati torride stanno diventando eventi sempre più comuni, inserendosi prepotentemente nella quotidianità delle persone e delineando un quadro allarmante del cambiamento climatico globale. L'Italia non fa eccezione, trovandosi ad affrontare questi fenomeni con una frequenza e intensità crescenti, che mettono a dura prova il territorio e la resilienza della sua comunità. Secondo un rapporto Istat già nel 2022, il cambiamento climatico rappresentava la principale fonte di preoccupazione per oltre metà della popolazione italiana (56,7%) maggiore di 14 anni, seguito da vicino dai problemi relativi all'inquinamento dell'aria (50,2%).
Queste cifre sottolineano una crescente consapevolezza e preoccupazione da parte della popolazione, che si estende ben oltre le giovani generazioni, tradizionalmente più impegnate nella lotta per la tutela dell'ambiente. Anche gli adulti e i decisori politici stanno iniziando a prestare maggiore attenzione a queste tematiche, riconoscendone l'urgenza e l'importanza. Tuttavia, di fronte alla portata e alla complessità degli eventi climatici estremi, emergono dubbi legittimi sulla sufficienza e l'efficacia delle misure attualmente in atto per proteggere l'ambiente e mitigare gli impatti del cambiamento climatico.
La risposta italiana ai cambiamenti climatici
Mentre la consapevolezza cresce nella popolazione, è recentemente uscita l’edizione del 2023 del rapporto ambiente SNPA il quale riunisce dati rilevati sia dall’Ispra che dalle ARPA, tenendo conto di 21 indicatori che delineano le tendenze delle principali tematiche ambientali quali la circolarità dei modelli di produzione, distribuzione e consumo e l’efficienza energetica.
Se da una parte si sono riscontrati ottimi livelli in materia di energia ricavata da fonti rinnovabili e raccolta differenziata dei rifiuti, oltre che un incoraggiante diminuzione dello smaltimento in discarica e una qualità dell’aria in lento miglioramento (specialmente in materia di produzione di particolato PM 2,5), d’altro canto sono state analizzati altri campi in cui il nostro paese risulta ancora fortemente mancante.
In primis parliamo delle mitigazioni (ovvero le riduzioni delle emissioni di gas serra) le quali, nonostante si siano ridotte di un quinto dal 1990, a seguito dei primi lockdown dovuti al coronavirus hanno cominciato pericolosamente a salire registrando un picco dell’8,5% in più nel 2021 rispetto al 2020. Oltretutto, parlando in generale, si è riscontrato una carenza in termini di adattamento dei piani per le emergenze, i quali sono risultati insufficienti a livello nazionale e ancor peggio a livello regionale, faticando ad adattarsi ai cambiamenti climatici ora in corso.
Una riforma costituzionale senza seguito
Il 2023 doveva rappresentare un anno di svolta per le politiche ambientali italiane, complice la riforma costituzionale che, nel febbraio 2022, ha inserito la tutela dell'ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione. Questo passaggio, accolto con entusiasmo e definito "epocale", non ha tuttavia trovato applicazioni concrete.
Biodiversità in Italia: un tesoro da salvaguardare
L'Italia, grazie alla sua posizione geografica unica, rappresenta un hotspot di biodiversità dal valore inestimabile, ospitando circa il 30% di tutte le specie europee. Questa ricchezza immensa è però minacciata dai cambiamenti climatici e dall'attività umana. La tutela della biodiversità diventa così una priorità assoluta, essenziale non solo per la salute degli ecosistemi ma anche per noi che viviamo in essi, nella speranza di non dover sperimentare i razionamenti ipotizzati a causa della siccità del sud, o nuove, nonché devastanti mortali alluvioni.
Verso un futuro sostenibile: azioni e strategie
Affrontare i cambiamenti climatici e tutelare la biodiversità richiede un impegno deciso a tutti i livelli: dall'adozione di politiche ambientali efficaci alla collaborazione internazionale, fino alla partecipazione attiva della società civile. L'Italia possiede tutte le carte in regola per guidare la transizione verso un'economia più verde, sostenendo le energie rinnovabili, le pratiche agricole rispettose dell'ambiente e la conservazione degli spazi naturali.
Il cammino verso un futuro sostenibile è irto di sfide ma, allo stesso tempo, ricco di opportunità. La capacità di innovare, di adattarsi e di adottare un approccio olistico alla gestione dell'ambiente e delle sue risorse rappresenta la chiave per garantire non solo la protezione del patrimonio naturale italiano ma anche la salute e il benessere delle future generazioni. In questo contesto, il dialogo tra scienza, politica e cittadinanza si rivela fondamentale per elaborare strategie efficaci e inclusive, capaci di rispondere con tempestività e flessibilità alle esigenze di un pianeta in continua evoluzione.