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Cultura del riciclo

Simbiosi Industriale: trasformare lo scarto in risorsa per un futuro sostenibile

Collaborazione, riciclo e innovazione: come le aziende possono trasformare gli scarti in risorse per un'economia circolare.

di
Alice Cutsodontis
25 novembre 2024

Per simbiosi industriale (SI) si intende la collaborazione fra aziende volta a massimizzare il valore delle risorse attraverso lo scambio di materia, energia, servizi e competenze. Questa pratica può essere applicata sia a livello locale, all'interno di distretti industriali circoscritti geograficamente, sia a distanza, purché il rapporto sia reciproco e garantito.

L'obiettivo della SI è trasformare gli scarti di produzione in risorse utili, generando un sistema virtuoso di scambio e un network tra aziende. Ispirata alla simbiosi naturale, dove gli ecosistemi mantengono vitalità e longevità grazie al continuo riutilizzo delle risorse, la SI promuove una logica di economia circolare, che contrasta la tradizionale economia lineare, limitando gli sprechi e riducendo gli impatti ambientali.

Il concetto è stato formalizzato nel 1992 da Robert Alan Frosch, con l’introduzione dell’ecologia industriale, un paradigma che evidenzia le analogie tra ecosistemi naturali e industriali. Successivamente, Marian Ruth Chertow ha ampliato l'idea definendo la SI come un mutuo scambio efficace di risorse, mirato a generare benefici collettivi e a promuovere una maggiore responsabilità sociale d’impresa.

Metabolismo industriale ed ecologia industriale: differenze fondamentali

Per comprendere meglio la simbiosi industriale, è importante distinguere tra metabolismo industriale ed ecologia industriale.

  • Il metabolismo industriale descrive una catena di processi fisici che trasformano materia prima, energia e lavoro in prodotti finiti o scarti di produzione. Analizza il flusso dei materiali e delle risorse all'interno del sistema produttivo, concentrandosi sull’efficienza del ciclo di vita delle materie.
  • L’ecologia industriale, invece, mira a ripensare il sistema economico globale, superando il modello lineare “estrai-produci-smaltisci”. Propone una visione in cui i sistemi industriali imitano gli ecosistemi naturali, creando cicli chiusi dove nulla si perde e ogni risorsa viene riutilizzata.

Questo approccio invita a non essere "parassiti del pianeta", consumatori che esauriscono risorse senza pensare alle conseguenze, ma a comportarsi come “custodi", capaci di sfruttare ogni opportunità senza sprecare nulla. La metafora del vampiro assetato di risorse richiama la necessità di un cambiamento profondo: passare dall’essere predatori dell’ambiente a partner consapevoli della natura.

Simbiosi Industriale in Europa: un pilastro per l’economia circolare

A livello europeo, la SI rappresenta un punto cardine per stimolare modelli di produzione circolari. L'implementazione di queste pratiche, secondo la Commissione Europea, potrebbe portare risparmi annui di 1,4 miliardi di euro e creare nuove opportunità di vendita per 1,6 miliardi.

Il quadro normativo europeo include documenti fondamentali come:

  • Comunicazione 2011/571: Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’uso delle risorse.
  • Comunicazione 2014/398:erso un’economia circolare
  • Comunicazione 2015/614: Piano d’azione per l’economia circolare.

Queste comunicazioni sono state recepite nel Pacchetto sull’Economia Circolare del 2018 e aggiornate con il Green Deal Europeo del 2021. L’obiettivo è creare sinergie tra industrie, affinché i sottoprodotti di una diventino risorse per un’altra, riducendo così il consumo di nuove materie prime e promuovendo il concetto di End of Waste.

Il ruolo dell’Italia nella Simbiosi Industriale

In Italia, la normativa di riferimento include l’articolo 21 del Decreto Bassanini (D. Lgs. 112/1998), che introduce le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA), zone industriali progettate con standard ambientali elevati e infrastrutture sostenibili. Tra queste, spicca l’area della Toscana, che già nel 2009 ha adottato un proprio sistema di certificazione.

Il nostro Paese si distingue in Europa per eco-efficienza: con sole 104 tonnellate di CO₂ emesse per milione di euro prodotto e un basso tasso di produzione di rifiuti industriali, l’Italia si posiziona ai vertici delle classifiche europee. Inoltre, il 51% delle PMI italiane ha introdotto green worker nelle proprie organizzazioni, un dato superiore a quello di Germania, Francia e Regno Unito.

Secondo Unioncamere, le aziende italiane che hanno investito nell’economia verde registrano performance superiori: il 57% ha incrementato il fatturato e il 49% ha aumentato le esportazioni.

Conclusioni: un’opportunità da cogliere

La simbiosi industriale non è solo una pratica sostenibile, ma anche una strategia competitiva per le aziende. Riducendo gli sprechi e massimizzando l’efficienza delle risorse, si può coniugare crescita economica e tutela ambientale, creando un futuro in cui le imprese siano protagoniste di un cambiamento positivo.

Passare dal "metabolismo industriale" a un’ecologia industriale avanzata significa abbracciare un modello di sviluppo che non consuma il pianeta, ma lo rigenera, contribuendo a una prosperità condivisa.

Per approfondire i benefici concreti della simbiosi industriale, scoprire gli strumenti per calcolarla e analizzare i modelli più efficaci, non perdete il prossimo articolo dedicato a questo tema.

Leggi la seconda parte dell'articolo: Misurare la Simbiosi industriale: gli strumenti che rendono possibile il cambiamento

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